Mi pare superfluo sottolineare come, nel caso della governance di un Paese, la qualificazione di Tecnocratico appare"more solito" alquanto ambigua se la si deve riferire alla effettiva identità funzionale dei protagonisti chiamati ad un incarico così complesso.
Il richiamare il profilo della competenza ad essenziale fondamento del "potere degli esperti" fino ad ora utilizzata come mera consulenza a beneficio degli organi politici, invece, ad essere un vero e proprio elemento sostitutivo nella funzione di decision-making sulla cosa pubblica,non può che significare una implicita presa d'atto della incompetenza e della rinuncia totale (voluta o subita) alla discrezionalità propria della sfera politica.
La domanda che sorge spontanea,e che mi son posto in un precedente post,è se sia sufficiente la competenza per necessitare decisioni sui fini dell'azione sociale quando proprio questi ultimi chiamano in causa opzioni di valori.
Nelle società complesse, come la nostra, le arene in cui si sviluppa la dinamica socio-politica,e nel cui ambito occorre prendere le decisioni, sono molteplici.
Ci si può riferire all'area parlamentare,a quella partitica,a quella finanziaria e della comunicazione di massa come ambiti problematici del nostro paese.
La necessità di un "governo dell'economia"così stringente,quali sviluppi potrà condurre sul piano politico e sociale?
Così può prendere corpo una ipotesi neo corporativa che nei momenti di crisi può, alla fine, istituzionalizzare la rappresentanza di taluni interessi che possono portare ad un unicum i processi di rappresentanza e di decisione.
Una navigazione molto difficile in mezzo ai flutti che Parlamenti e Mercato vanno
rappresentando per chi deve tenere diritta una barra soggetta a tante sollecitazioni
Siamo veramente ad un punto così critico da dover fare gli hausaufgaben per dirla alla Merkel( i compiti a casa )?
Trasformazioni in atto nella Società e come la Politica,con le sue azioni,le influenza.
Politica e Valori

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