Politica e Valori



La repubblica,nell'antichità, aveva due grandi collanti: la religiosità, fonte di tutte le certezze, attraverso soprattutto quegli augures che erano i buoni auspici degli Dei nei confronti delle scelte della polis, e i valori – ciò a cui dovevano aspirare le persone dabbene (probri): rem (le sostanze), fides (il credito), honos (gli onori legati al ruolo specialmente politico), gratia (il favore, la “gloria”). Tutto questo assicurava "la dignitas": una tensione verso l’alto coinvolgente, attraverso i mezzi di comunicazione dell’epoca, per la formazione di un’unica comunità che tendeva verso l’alto grazie al ruolo dell’esempio virtuoso.( da: Il Politico.it)

mercoledì 16 novembre 2011

LE NUOVE DIMENSIONI ECONOMICO-ISTITUZIONALI

Un orizzonte che sembra disvelare in maniera sempre più chiara il cammino, irto di asperità e conflitti,della democrazia; quella che il mondo occidentale ha faticosamente costruito lungo i secoli a partire dal Demos della antica Grecia.
Un ultimo tratto: quello nel quale l'analisi dei meccanismi di funzionamento del mercato e delle sue implicazioni socio-economiche avevano trovato l'approdo in un riformismo  ispirato al principio di solidarietà e di programmazione, con i suoi apparati di mediazione affinchè il benessere collettivo e la democrazia reale fossero tutelati dal libero gioco del Mercato.


Un profilo, quindi, di democrazia partecipativa quale contenitore dell'aspetto politico e dell'aspetto economico contemperati.
Un risveglio ad una enfasi di breve periodo  se si considera il quadro istituzionale che si è andato trasformando, via via,con il tramonto  delle ideologie socialdemocratiche e le politiche di deregulation e neo individualistiche, a favore  di una riespansione dei mercati e delle spinte privatistiche.
Uno degli elementi caratterizzanti il nuovo scenario che ci vedrà soggetti passivi è il completamento dello smantellamento dello Stato Sociale con conseguente restituzione al Mercato di risorse e spazi  che rendono egemone il criterio del calcolo economico nel sistema delle relazioni sociali : l'uomo come "uomo economico"
ed i suoi bisogni , economicamente misurabili.


Un trend giustificato dalle esigenze di risanamento  del deficit pubblico, in una prima fase e dalla attuale sopravvenuta ed inderogabile necessità di azzeramento del debito sovrano degli Stati  che fanno parte di quella organizzazione sovranazionale a carattere regionale che è costituita dalla U.E. ( A.U. Europeo/1987 e Trattato di Maastricht/1992 ), con tutto ciò che comporta in termini di vincoli.


Ma la sensazione è che, al di là della determinazione di semplici misure di efficienza del mercato a garanzia del
perseguimento della crescita economica e di riforma e riqualificazione dei meccanismi della macchina statuale, il contesto economico- istituzionale  che si va delineando ,si configuri come dimensione unica e cioè quella dell'economico nella quale lo spazio del politico appare destinato ad essere definitivamente  orfano della dimensione solidaristica.
La speranza è che un  antiumanesimo radicale non realizzi una svolta epistemologica  che interessi la teoria sociale, liberata da ogni impaccio soggettivistico ed antropologico e che consideri " l'uomo non come parte del sistema sociale ma come ambiente problematico del sistema". Sarebbe sicuramente una  fuga dalla complessità, per cui  le persone sarebbero ridotte ad equivalenti funzionali nel  sistema  e mera contingenza  all'interno della strategia messa a disposizione dal sistema stesso.

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