Un orizzonte che sembra disvelare in maniera sempre più chiara il cammino, irto di asperità e conflitti,della democrazia; quella che il mondo occidentale ha faticosamente costruito lungo i secoli a partire dal Demos della antica Grecia.
Un ultimo tratto: quello nel quale l'analisi dei meccanismi di funzionamento del mercato e delle sue implicazioni socio-economiche avevano trovato l'approdo in un riformismo ispirato al principio di solidarietà e di programmazione, con i suoi apparati di mediazione affinchè il benessere collettivo e la democrazia reale fossero tutelati dal libero gioco del Mercato.
Un profilo, quindi, di democrazia partecipativa quale contenitore dell'aspetto politico e dell'aspetto economico contemperati.
Un risveglio ad una enfasi di breve periodo se si considera il quadro istituzionale che si è andato trasformando, via via,con il tramonto delle ideologie socialdemocratiche e le politiche di deregulation e neo individualistiche, a favore di una riespansione dei mercati e delle spinte privatistiche.
Uno degli elementi caratterizzanti il nuovo scenario che ci vedrà soggetti passivi è il completamento dello smantellamento dello Stato Sociale con conseguente restituzione al Mercato di risorse e spazi che rendono egemone il criterio del calcolo economico nel sistema delle relazioni sociali : l'uomo come "uomo economico"
ed i suoi bisogni , economicamente misurabili.
Un trend giustificato dalle esigenze di risanamento del deficit pubblico, in una prima fase e dalla attuale sopravvenuta ed inderogabile necessità di azzeramento del debito sovrano degli Stati che fanno parte di quella organizzazione sovranazionale a carattere regionale che è costituita dalla U.E. ( A.U. Europeo/1987 e Trattato di Maastricht/1992 ), con tutto ciò che comporta in termini di vincoli.
Ma la sensazione è che, al di là della determinazione di semplici misure di efficienza del mercato a garanzia del
perseguimento della crescita economica e di riforma e riqualificazione dei meccanismi della macchina statuale, il contesto economico- istituzionale che si va delineando ,si configuri come dimensione unica e cioè quella dell'economico nella quale lo spazio del politico appare destinato ad essere definitivamente orfano della dimensione solidaristica.
La speranza è che un antiumanesimo radicale non realizzi una svolta epistemologica che interessi la teoria sociale, liberata da ogni impaccio soggettivistico ed antropologico e che consideri " l'uomo non come parte del sistema sociale ma come ambiente problematico del sistema". Sarebbe sicuramente una fuga dalla complessità, per cui le persone sarebbero ridotte ad equivalenti funzionali nel sistema e mera contingenza all'interno della strategia messa a disposizione dal sistema stesso.
Trasformazioni in atto nella Società e come la Politica,con le sue azioni,le influenza.
Politica e Valori

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