Politica e Valori



La repubblica,nell'antichità, aveva due grandi collanti: la religiosità, fonte di tutte le certezze, attraverso soprattutto quegli augures che erano i buoni auspici degli Dei nei confronti delle scelte della polis, e i valori – ciò a cui dovevano aspirare le persone dabbene (probri): rem (le sostanze), fides (il credito), honos (gli onori legati al ruolo specialmente politico), gratia (il favore, la “gloria”). Tutto questo assicurava "la dignitas": una tensione verso l’alto coinvolgente, attraverso i mezzi di comunicazione dell’epoca, per la formazione di un’unica comunità che tendeva verso l’alto grazie al ruolo dell’esempio virtuoso.( da: Il Politico.it)

giovedì 29 settembre 2011

MODERNITA' VIRTUALE IL NUOVO PARADIGMA

Si è detto che la crisi della Politica è anche crisi di Valori , di capacità di mediazione  e di governo delle istanze che provengono dalla società  oltre quella di definizione degli orizzonti di senso come cornice necessaria ad un ordinato e più giusto sviluppo sociale.
Alla luce delle attuali esperienze cognitive possiamo dire in che misura e quanto profondamente l'immaginario individuale venga aggredito e deformato da dissimulazioni ed informazioni spesso manipolate ed assorbite quotidianamente ?

Sappiamo che, per millenni, l'uomo ha fondato la sua esistenza, governata da due piani cronologi : dietro di se un passato; una specie di contenitore da cui attingere per costruire la sua esperienza sociale e la sua identità : davanti  a se il futuro ; un contenitore vuoto, da colmare con le speranze, i sogni , le istanze di cambiamento e di progresso.
Il passato ed il futuro, per effetto della colonizzazione mediatica  delle menti,sono divenuti irrilevanti  comparse nel presente; un presente molto vago, addiruttura liquido e sempre meno propenso ad accogliere tra gli orizzonti di senso le mete da raggiungere.
Le società contemporanee stanno sperimentando le conseguenze dello scontro tra le grandi utopie riformiste del XIX° secolo  e la storia del XX° secolo caratterizzata ,quest'ultima, da grandi conflitti e da ideologie che hanno visto protagoniste di una grande narrazione storica e sociale le masse e le elite.


L'uomo contemporaneo si trova, quindi, nella posizione contraddittoria che distingue il periodo della fine delle grandi narrazioni ed il prevalere  delle teorie sulla definitiva affermazione di un nuovo sistema : quello liberale e del libero mercato.
Una diversa, se pur articolata, visione del mondo viene così generata : nulla è da interpretare ed è conseguenziale farsi trascinare; di contro tutto si è definito o sta per compiersi; vivere, quindi, in un presente perpetuo, sostenuto dalle immagini e dai messaggi trasmessi dai Media  ed un nuovo sentire pervaso  dal consumismo e dalla sensazione che il tempo si è fermato e non influisca più sul  nostro divenire.

 Ecco ! forse è questo il nuovo paradigma : La contemporaneità virtuale.

La contemporaneità reale è ben diversa.

Il mondo occidentale, dai tempi di A.Smith progetta lo sviluppo del Mercato, nel quale la crescita all'infinito è, di per se, un fine al di la dei bisogni reali.
La rivoluzione industriale e l'era del petrolio, come principale fonte energetica, hanno dato il colpo di grazia  all'universo contadino, legato alla terra , ed a quello artigianale, vere fonti di individualità sociale e produttiva.

- Il Marketing
- I Mas Media
- Il consumismo
Le tre nuove verità, uniche e globali.

Il marketing tenta di mascherare le continue crisi di sovrapproduzione e sottoconsumo, inevitabili in un mondo globalizzato ed in un mercato unico e finito, incompatibile, dunque, con una crescita illimitata.
La pubblicità droga la domanda e rende assuefatti al consumo, convincendo agli acquisti in modo compulsivo di ciò di cui non si ha effettivo bisogno e generando una obsolescenza programmata ( con il sistema usa e getta )  che depaupera le disponibiltà di risorse e produce di contro una enormità di rifiuti.

Ultimamente è stato sviluppato il meccanismo del credito senza limiti, come spinta ai consumi, creando situazioni di indebitamento, spesso insostenibili.

Parliamo, nello specifico, della attuale crisi finanziaria internazionale  scatenata dai sub prime americani e dagli istituti finanziari, un potere sempre più impersonale ed incontrollabile.

Il paradosso è che, a fronte di una necessità di determinazione di un cambiamento, le forze politiche e così pure i pensieri politici ,che dovrebbero realizzare tali cambiamenti, sono scomparsi dall'orizzonte politico.

lunedì 26 settembre 2011

OPINIONE PUBBLICA E CONSENSO

Si è  accennato ai vari fattori che hanno contribuito alle trasformazioni in atto nella società e tra questi  l'avvento espansivo e pervasivo dei Media che hanno inciso, con i loro messaggi sia pubblicitari  che di alto tenore mediatico,  sulla psicologia degli individui e sui comportamenti.

Il tutto si basa su gli studi della percezione, dell'apprendimento, della memoria , degli atteggiamenti ed al loro cambiamento attraverso la persuasione,per giungere ad una comprensione dei fenomeni culturali e della dimensione simbolica  che sono necessari  nei processi di comunicazione identitaria.
E' decisivo il ruolo dei mas media nella costruzione e rappresentazione della realtà sociale  poichè se è vero che gli individui si rapportano con le condizioni reali del proprio esistere attraverso credenze e pratiche che alla fine formulano una ideologia , è anche vero che al  processo di formazione della loro opinione contribuisca anche un esercizio di dominio simbolico, canalizzato attraverso i Media.
Ne consegue che la cosiddetta opinione pubblica non deriva  esclusivamente da un processo spontaneo.
La politica, negli ultimi decenni, ha acquisito consapevolezza sul ruolo che i media possono esercitare sia nei processi di costruzione del consenso sociale che nella comunicazione di quanto può essere assimilato come realtà.

giovedì 22 settembre 2011

IL CREPUSCOLO DELLO STATO SOCIALE

L'idea che una autorità politica  provveda e tuteli postulanti e bisogni,oltre che regolamentare i conflitti, è antica (Leviatano)

Dalla fine dello scorso secolo sono mutati  il rapporto tra "Stato" e "Cittadini"  e le politiche sociali messe in campo dai governi che si sono succeduti.
I sistemi economici e politici sono stati quindi caratterizzati  quali gestori di una crescente spesa pubblica generata da tali politiche che, per converso, sono state un efficace indicatore  delle capacità di garantire la "giustizia sociale"  da parte di quei sistemi e del potere politico.
La necessità del potere politico di mantenere il consenso sociale  ha, però, costretto il sistema economico  a delle fughe in avanti sul piano delle spese sociali alle quali non hanno sempre corrisposto  incrementi della produttività.

               Sul piano concettuale la  politica Keynesiana che considerava la spesa pubblica come volano
 della propensione agli investimenti ed ai consumi, ma che era considerata  dai fautori delle dottrine monetaristiche (Milton Friedman) insostenibile,dovette lasciare il passo all'idea del libero mercato, per un verso caratterizzato dalla massima liberalizzazione e  per un altro verso dall'equilibrio monetario  dei bilanci statali.

Sarebbe lungo riportare e commentare i diversi scenari sia in italia che negli altri stati occidentali ;basta citare
la devolution  Reaganiana in USA e le liberalizzazioni della Thatcher in Gran Bretagna che decretarono il declino delle politiche Keynesiane  e la vittoria del liberismo.
Oggi essere liberali, ormai in chiave  liberista ,è considerato un merito riformistico; infatti si parla di rivoluzione liberale e di riforme epocali.
In sostanza  si è passati dal ricorso assoluto alla maestà dello Stato, come centro propulsore del benessere o delle risorse necessarie al vivere quotidiano,alla centralità del mercato come fulcro dello sviluppo, della ricchezza delle nazioni e del benessere privato.

Quando si è fatto riferimento alle trasformazioni antropologiche, delle quali si ha finalmente una chiara
percezione , non si è evidenziato che esse sono emerse nel tempo apologetico del liberalismo o più precisamente del neo-liberismo.
Sicuramente occorre tenere in conto il contesto occidentale , anzi mondiale, che è andato e va modificandosi per effetto di un ridisegnarsi degli spazi e delle diseguaglianze lungo delle direttrici non più riconducibili ad una divisione nord-sud  o ad aree diverse, ormai globalizzate.
Lo stesso paesaggio sociale va ridisegnandosi a causa di nuove forme di potere e di controllo delle masse che sono riusciti ad insinuarsi nei più profondi gangli della soggettività, rimodulata in modo funzionale  alla subordinazione delle menti e dei corpi agli imperativi del capitalismo ed alle sirene del consumismo e dello edonismo.
Tutto ciò fa essere consapevoli che il "popolo" , la "società civile" sono soltanto  soggetti passivi di questo scenario, senza alcun protagonismo.
Il popolo, lo si è già detto, moltitudine di singolarità che operano e vengono amministrate, segmentate nell'ambito di una massa eterogenea.
Cosa dire della  società, oramai totalmente privata  da qualsiasi spazio di mediazione  sulle varie priorità e sugli interessi contrapposti, essendo questo ormai articolato dalle logiche di dominio.
Nella concezione liberale dell'individualismo non esiste antagonismo tra "società" ed "undividuo"  posto che l'uomo è un animale sociale che necessita del rapporto con altri simili per raggiungere i suoi scopi.
In essa si rifiuta la subordinazione dei fini particolari  a quelli collettivi  poichè,secondo quella visione, il perseguimento dei propri interessi personali condurrebbbe necessariamente all'armonia sociale. Inoltre, la creazione di ricchezza individuale contribuirebbe  anche all'interesse collettivo. Come dire : dove c'è ricchezza (di pochi) , la povertà (di molti) ne può trarre beneficio. 

In conclusione: come possiamo definire l'epoca alla quale apparteniamo e quali possono essere i giudizi di valore riferibili alle istituzioni, ai comportamenti, alle culture che sono il nutrimento del nostro modo di vedere e di agire, che delineano i confini del nostro universo di riferimento ,significati sociali ed orizzonti di senso?