L'idea che una autorità politica provveda e tuteli postulanti e bisogni,oltre che regolamentare i conflitti, è antica (Leviatano)
Dalla fine dello scorso secolo sono mutati il rapporto tra "Stato" e "Cittadini" e le politiche sociali messe in campo dai governi che si sono succeduti.
I sistemi economici e politici sono stati quindi caratterizzati quali gestori di una crescente spesa pubblica generata da tali politiche che, per converso, sono state un efficace indicatore delle capacità di garantire la "giustizia sociale" da parte di quei sistemi e del potere politico.
La necessità del potere politico di mantenere il consenso sociale ha, però, costretto il sistema economico a delle fughe in avanti sul piano delle spese sociali alle quali non hanno sempre corrisposto incrementi della produttività.
Sul piano concettuale la politica Keynesiana che considerava la spesa pubblica come volano
della propensione agli investimenti ed ai consumi, ma che era considerata dai fautori delle dottrine monetaristiche (Milton Friedman) insostenibile,dovette lasciare il passo all'idea del libero mercato, per un verso caratterizzato dalla massima liberalizzazione e per un altro verso dall'equilibrio monetario dei bilanci statali.
Sarebbe lungo riportare e commentare i diversi scenari sia in italia che negli altri stati occidentali ;basta citare
la devolution Reaganiana in USA e le liberalizzazioni della Thatcher in Gran Bretagna che decretarono il declino delle politiche Keynesiane e la vittoria del liberismo.
Oggi essere liberali, ormai in chiave liberista ,è considerato un merito riformistico; infatti si parla di rivoluzione liberale e di riforme epocali.
In sostanza si è passati dal ricorso assoluto alla maestà dello Stato, come centro propulsore del benessere o delle risorse necessarie al vivere quotidiano,alla centralità del mercato come fulcro dello sviluppo, della ricchezza delle nazioni e del benessere privato.
Quando si è fatto riferimento alle trasformazioni antropologiche, delle quali si ha finalmente una chiara
percezione , non si è evidenziato che esse sono emerse nel tempo apologetico del liberalismo o più precisamente del neo-liberismo.
Sicuramente occorre tenere in conto il contesto occidentale , anzi mondiale, che è andato e va modificandosi per effetto di un ridisegnarsi degli spazi e delle diseguaglianze lungo delle direttrici non più riconducibili ad una divisione nord-sud o ad aree diverse, ormai globalizzate.
Lo stesso paesaggio sociale va ridisegnandosi a causa di nuove forme di potere e di controllo delle masse che sono riusciti ad insinuarsi nei più profondi gangli della soggettività, rimodulata in modo funzionale alla subordinazione delle menti e dei corpi agli imperativi del capitalismo ed alle sirene del consumismo e dello edonismo.
Tutto ciò fa essere consapevoli che il "popolo" , la "società civile" sono soltanto soggetti passivi di questo scenario, senza alcun protagonismo.
Il popolo, lo si è già detto, moltitudine di singolarità che operano e vengono amministrate, segmentate nell'ambito di una massa eterogenea.
Cosa dire della società, oramai totalmente privata da qualsiasi spazio di mediazione sulle varie priorità e sugli interessi contrapposti, essendo questo ormai articolato dalle logiche di dominio.
Nella concezione liberale dell'individualismo non esiste antagonismo tra "società" ed "undividuo" posto che l'uomo è un animale sociale che necessita del rapporto con altri simili per raggiungere i suoi scopi.
In essa si rifiuta la subordinazione dei fini particolari a quelli collettivi poichè,secondo quella visione, il perseguimento dei propri interessi personali condurrebbbe necessariamente all'armonia sociale. Inoltre, la creazione di ricchezza individuale contribuirebbe anche all'interesse collettivo. Come dire : dove c'è ricchezza (di pochi) , la povertà (di molti) ne può trarre beneficio.
In conclusione: come possiamo definire l'epoca alla quale apparteniamo e quali possono essere i giudizi di valore riferibili alle istituzioni, ai comportamenti, alle culture che sono il nutrimento del nostro modo di vedere e di agire, che delineano i confini del nostro universo di riferimento ,significati sociali ed orizzonti di senso?
Trasformazioni in atto nella Società e come la Politica,con le sue azioni,le influenza.
Politica e Valori

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