Politica e Valori



La repubblica,nell'antichità, aveva due grandi collanti: la religiosità, fonte di tutte le certezze, attraverso soprattutto quegli augures che erano i buoni auspici degli Dei nei confronti delle scelte della polis, e i valori – ciò a cui dovevano aspirare le persone dabbene (probri): rem (le sostanze), fides (il credito), honos (gli onori legati al ruolo specialmente politico), gratia (il favore, la “gloria”). Tutto questo assicurava "la dignitas": una tensione verso l’alto coinvolgente, attraverso i mezzi di comunicazione dell’epoca, per la formazione di un’unica comunità che tendeva verso l’alto grazie al ruolo dell’esempio virtuoso.( da: Il Politico.it)

giovedì 30 giugno 2011

LE TRASORMAZIONI ANTROPOLOGICHE

La storia delle società umane è fatta da un continuo trascendimento dei bisogni che poi si compendiano nei cosiddetti "  bisogni sociali "  ed è a questi ultimi che la politica e le istituzioni fanno riferimento.
Da questo ragionamento ne deriva che la creazione sociale dei bisogni è ciò che definisce l'orizzonte di senso delle società ed è essa stessa che produce i significati, conferisce valore alle cose  e struttura di conseguenza la loro identità.
La mia sensazione è che ormai si siano smarriti quegli orizzonti di senso , propri di una crescita sociale equilibrata e che una nuova direzione sia divenuta maggioritaria e socialmente dominante: quella della eccellenza sociale, slegata dalla morale e dall'etica,con un diverso ideale socialmente condiviso perchè considerato vincente. In definitiva : chi produce ricchezza  vale ,  ed a prescindere.
Sperimentiamo una incapacità o una non voglia di coniugare il fattore individuale con quello sociale. Non ci soffermiamo a riflettere sul fatto che siamo noi, come individui, che costituiamo la società e che ne definiamo la civiltà nella misura in cui  siamo stati capaci di maturare sia individualmente che complessivamente.
In effetti, tale capacità di maturazione è da tempo condizionata da molteplici influenze esterne che, inoculando nella psiche individuale stimoli sull'immaginario, ne alterano la definizione, creando un conscio collettivo molto spesso inconsapevole e non reattivo.
Detto questo il concetto di individuo, come soggetto sociale, diventa problematico da definire ed in contrasto con l'assioma marxiano secondo cui  " le classi sociali determinerebbero i modi di pensare e quindi di essere dell'individuo ."
"La società è il prodotto dei nostri bisogni ed il governo delle nostre debolezze  ". (Marcel Pagnol )
Mi rendo conto che per affrontare ed analizzare questi temi occorrerebbe essere edotti sia di psicologia, se ci si vuol misurare con i comportamenti individuali, che di sociologia,se si vuol esplorare certi  comportamenti nel ristretto ambito  delle trasformazioni  in atto nella società.
Ho sempre cercato una risposta, il più possibile razionale, alle evidenti trasformazioni in senso anche antropologico nel risvolto comportamentale, sia individuale che verso la sfera  politica.
Certe risposte , non so quanto valide, le ho trovate proprio nel nesso tra   "individuo ",  " società  " e  "politica  " e,  nell'epoca dei media,con  la comunicazione informativa e rappresentativa (mi riferisco ai programmi delle televisioni.)
Forse sarebbe corretto affermare che sia stata la sfera politica la vera artefice di questa trasformazione, assieme alla massificazione delle idee ,dei bisogni e dei gusti ( dovremmo quì parlare dell  "uomo massa ") ;  quella trasformazione che riguarda la progressiva perdita della diversità individuale, con le sue doti critiche  e le sue percezioni sugli orizzonti esistenziali; doti che sono la vera ricchezza del  consorzio umano.
Lo smarrimento della ragione individuale, nelle grandi aggregazioni, porta come conseguenza la dissoluzione in una collettività egocentrica .Questo però  non vuol  dire la rinuncia all  " IO  " individuale  per un  "NOI  " sociale; tutt'altro.
Ci si spiega quindi come posa accadere che taluno pensi che il tutto possa essere instradato e poi governato da una elite o una oligarchia o da un  Capo, dotato di una forte personalità.

A proposito del termine  "uomo massa "  esso richiama l'accezione " popolo  " mai ben definito e meramente astratto come entità politica ; non si sa dove cominci ne dove finisca. Si dice spesso che esso è "sovrano"....questo aggettivo applicato al popolo è una vera e tragica burla. In verità sappiamo tutti che  l'unica cosa che il popolo  può fare di essa è delegarla perchè in realtà non ne esercita alcuna.
Si, ogni tanto gli si da l'illusione di essere sovrano è ciò consente di poter definire un regime come democratico.


Nessun commento:

Posta un commento