Un "direttorio tecnico"assume la governance del Paese. Motivato dal bisogno di un governo dell'economia in grado di affrontare e risolvere,al meglio,i problemi che stanno mettendo a rischio la stabilità economica e sociale interna e della Comunità della quale l'Italia è parte essenziale.
Un aspetto nuovo o quanto meno, prima d'ora, marginale come essenza del Kratos riverberata nella decision-making sulla cosa pubblica.
Si assiste ad un vero e proprio reclutamento e designazione alle massime cariche pubbliche che,sospesa la forma elettiva, tipica della Democrazia, si traduce in vera e propria "cooptazione", tipica delle forme oligarchiche.
Il tutto nella speranza che il capisaldo dell'elemento tecnocratico,cioè la "competenza", possa accompagnare l'efficienza, necessarie per riempire il vuoto creatosi a seguito del declino delle ideologie politiche,della incapacità della stessa "Politica" rivelatasi come regno della incompetenza , della corruzione e dei particolarismi.
Il rischio che si avverte è quello che la"Tecnocrazia" espunga la politicità dalle decisioni relative all'azione pubblica; il dubbio rinvia alla "summa divisio" tra politica come regno dei fini e la competenza come regno dei mezzi.
La domanda quindi è : Colui cui spetta l'opzione ultima circa i fini avrà la capacità di comportarsi politicamente, posto che dovrebbe essere la politica ad "ordinare" la sintesi ?
Occorre tenere in considerazione che il gioco non si limita a muoversi sul terreno economico e dei mezzi dell'azione sociale ma , in maniera surrettizia, entra oltre che nel regno dei fini,anche in quello dei valori.
In definitiva il rischio è che si realizzi una interferenza complessiva sul piano politico che diventi funzionale alla affermazione di interessi, orientamenti e sistemi di valore non condivisi.
Trasformazioni in atto nella Società e come la Politica,con le sue azioni,le influenza.
Politica e Valori

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