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Politica e Valori

martedì 25 ottobre 2011
LIBERTA' DEI MODERNI
Riflettendo sul concetto filosofico di "libertà dei moderni", che trova la sua esplicitazione nel nesso tra "Politica" e "realtà sociale",non posso fare a meno di soffermarmi sul concetto di conflitto di cui è portatrice proprio quest'ultima.
Concetto analizzato da Platone ad Aristotele ; da Macchiavelli ad Hobbes ; da Rousseau ad Hegel, fino a Saint Simon con la sua visione dell'Età del'Oro e della perfezione dell'Ordine Sociale.
Ma queste sono analisi filosofiche con un finale utopistico.
Per tornare alla nostra"libertà dei moderni" si può dire sicuramente che essa è figlia del pensiero Cristiano prima e del pensiero Liberale poi, che hanno portato l'uomo al centro della storia, con la sua individualità e la sua dignità.
E' su questa dimensione che è stato costruito il paradigma della "Modernizzazione" quale cornice di un "liberismo sociale" basato sulla valorizzazione e tutela della persona in quanto individuo e del suo protagonismo nella società.
Nulla può smentire il fatto che tale dottrina portava con se la deresponsabilizzazione indotta dal prevalere degli interessi individuali che non possono o non vogliono, proprio perchè elemento egoistico, cedere il passo all'interesse generale.
A cosa ha portato tutto questo ?
Certamente ad una crisi che mette drammaticamente in luce le conseguenze di quel libero protagonismo nei gruppi di potere , specie finanziario, che hanno cavalcato una deregulation selvaggia che ha avuto come obiettivo il profitto fine a se e senza alcun limite che non oltrepassasse la decenza.
Nella indignata manifestazione di quel 99 per cento nella Piazza Finanziaria americana stà il senso vero di ciò che sta accadendo e di ciò che va oltre il mero aspetto finanziario o la coreografia della piazza.
E' quell'uno per cento che viene messo sotto accusa in quanto minoranza che riesce a determinare , con la complicità della politica, il disorientamento generale per la perdita di determinati punti fermi nella vita quotidiana e lo smarrimento di una qualsiasi prospettiva nel proprio orizzonte di vita; quell'uno per cento che pretende e riesce ad uscire immune dal disastro che esso stesso ha provocato; quell'uno per cento costituito
da persone che si sono arricchite saccheggiando la ricchezza di tutti ed annientando le economie nazionali e di conseguenza quella globale.
Sarà forse auspicabile un ritorno alle antiche virtù della borghesia produttiva, per la quale la ricchezza era anche fonte di doveri : verso la propria dimensione ma anche verso la dimensione sociale.
Sarà difficile ricostruire un contesto di relazioni sociali, culturali ed etiche con dei poteri leggittimati perchè moralmente autorevoli.
Occorrerà inoltre che nuovi germogli evolvano in una
maturazione politico-culturale che rompa quel perverso non confine tra pubblico e privato che ha consentito il disastro incombente e riconduca ad una più corretto e consapevole governo della cosa pubblica.
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