Politica e Valori



La repubblica,nell'antichità, aveva due grandi collanti: la religiosità, fonte di tutte le certezze, attraverso soprattutto quegli augures che erano i buoni auspici degli Dei nei confronti delle scelte della polis, e i valori – ciò a cui dovevano aspirare le persone dabbene (probri): rem (le sostanze), fides (il credito), honos (gli onori legati al ruolo specialmente politico), gratia (il favore, la “gloria”). Tutto questo assicurava "la dignitas": una tensione verso l’alto coinvolgente, attraverso i mezzi di comunicazione dell’epoca, per la formazione di un’unica comunità che tendeva verso l’alto grazie al ruolo dell’esempio virtuoso.( da: Il Politico.it)

lunedì 10 ottobre 2011

LE IDEOLOGIE E LE CRISI SISTEMICHE

Uno sguardo alla storia recente consente di riesaminare, sia pur in maniera sintetica,il percorso  sperimentato per la costruzione, poco lucida e definita, di un modello sociale.Si tentò di attuare un compromesso, frutto di una non facile mediazione, fra le esigenze espresse da nuove realtà economico-sociali e riguardanti i molteplici aspetti, decisivi per un armonico e giusto equilibrio sociale : I criteri nella distribuzione del reddito; l'assistenza alle classi meno abbienti, ma anche un uso non egoistico dei beni. In definitiva l'esigenza di uno stato liberale nel quale l'autonomia del potere economico dal potere politico  e la garanzia della libertà dei privati potesse consentire una sintesi  tra Stato sociale e Stato di diritto liberale.
Sappiamo pure che quella illusione , per i motivi sopra accennati,ebbe breve durata e si concluse con la crisi del 29 e con la degenerazione autoritaria e l'avvento del nazismo.
Si son fatti molti parallelismi tra quella crisi e quella attuale, anche se poco validi se non altro per il quadro mondiale attuale.
Un dato di fatto però è che  punti comuni e ripetibili si possono intravedere la dove si esaminino le basi economiche e finanziarie e l'accentuata virulenza della lotta politica.
E' incontrovertibile che le crisi economiche risveglino o accentuino una vera propria lotta tra le classi che compongono la società. Essa si svolge in un modo diverso in relazione alla capacità di ogni regime democratico di governare con equilibrio ed equità una apparente inconciliabilità  originaria tra due valori espressi da due visioni opposte : liberalismo e democrazia; laddove il primo reclama  la libertà individuale
e la seconda reclama l'eguaglianza.; poichè questi sono i significati sociali che sottendono.
Questa dissertazione  serve come preambolo ad una affermazione  concettuale  sulla insopprimibilità della dimensione antropologica dell'uomo e del modo in cui esso intende se stesso in una determinata fase storica rispetto all'organizzazione del corrispondente sistema sociale; una interrelazione quindi, tra l'immaginario sociale e l'egemonia di un modello ( come intuito da Weber).
Nella fase storica attuale si sta costruendo la grande narrazione di una  transizione nel cui ambito si vanno delineando nuovi orizzonti di senso e la progressiva dissoluzione  della catena dei significati sociali precedenti. 
Forse tutto questo comporterà  l'abbandono della tradizione culturale del vecchio continente e del suo pensiero la dove quella tradizione è intrisa di elementi di filosofia sociale, organicistica e finalistica,per le quali l'individuo  in se è parte vitale dell'organismo sociale  e la soggettività è il paradigma normativo della razionalità e dei valori morali.
Ciò significherà che al pensiero moderno, caratterizzato dall'illuminismo  , dal materialismo marxista, dallo storicismo e   weberismo,considerabili quasi varianti moderne di una filosofia ed una etica sociale arcaiche, si  sovrapporrà un illuminismo sociologico ispirato alla teoria sistemica (Luchman), al funzionalismo ( Parson) ed alle scienze angloamericane del comportamento collettivo.
Il comportamento collettivo e la funzione del mercato; l'ideologia liberale, del libero svolgersi della autonomia individuale che teorizza essere portatrice di un giusto ordine sociale.
Laddove, però, il  "mercato" fallisca , come sta accadendo, specie sul piano della teorizzata accessibilità generalizzata alla ricchezza, si potrà prendere coscienza della contraddizione insita  tra l'eguaglianza formale e la diseguaglianza sostanziale. che accumula un deficit non solo sul piano economico  ma anche sul piano di quel significato sociale  istituito dalla modernità.

La parte corrispondente a quel deficit è una cospicua fetta di quel mondo storico sociale, creatrice dei significati sociali e portatrice  di quell'immaginario riguardante, per esempio, la piena occupazione.
Non per caso sembra necessario il ripensamento sulle strategie dello sviluppo, vedasi la "green economy di Obama  o l'attenzione sulle culture amerinde  che stanno cambiando il sud america.

Tutto ciò non fa che confermare quanto la storia delle società, in special modo quelle sviluppate, sia plasmata da importanti  punti di svolta  che hanno costituito  e continuano a costituire  un fattore di discontinuità  economica e di trasformazioni sociali.

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