E' proprio così! Ci ritroviamo a vivere in una realtà che pare abbia perduto le sue abituali coordinate; quelle che hanno accompagnato l'ultimo secolo del secondo millennio, carico di energie e di slanci in avanti e nel quale i sistemi politici, riuscendo a infiltrare le coscienze ed a conquistare la capacità di credere di tante moltitudini,hanno progettato e realizzato mutamenti radicali anche negli stili di vita.
Tutti gli ambiti del pensiero politico moderno pare abbiano esaurito quelle fasi di risveglio e di ricerca di orientamento con un coinvolgimento di singoli e di comunità in una nuova interpretazione di idee, valori, comportamenti di culture diverse anche per collocazione geografica.
A ben vedere ci lasciamo alle spalle un lungo periodo di crescita sostenuta e di profonde trasformazioni che hannno avuto come pendant una forte instabilità economica ed un vero e proprio scontro di sistemi.
In definitiva una ciclicità di fluttuazioni nella produzione e nella occupazione in un susseguirsi di crisi reali e finanziarie che appare evidente siano connaturate al modo di operare delle economie moderne.
In esse lo Stato deve essere sempre meno presente in quelli che,in passato,sono stati gli aspetti legittimanti del suo ruolo sul piano economico e della sua azione sociale: la piena occupazione, la concorrenza tra imprese,l'equilibrio della bilancia dei pagamenti e quant'altro, rivolti alla crescita, al contrasto delle posizioni dominanti ed infine alla efficienza; una sconfitta del liberismo in economia...trasformatasi, nel tempo,in una sua definitiva vittoria.
Questo sistema ha visto sua alleata la crescita della finanza internazionale assieme allo spessore ed alla integrazione del mercato mondiale dei capitali quali riflesso di una espansione delle attività bancarie e dei mercati mobiliari all'interno stesso delle maggiori economie.
L'effetto delle tendenze alla globalizzazione e finanziarizzazione lo si potrebbe misurare dal raffronto tra il valore dei vari cespiti monetari( banconote, titoli e crediti) ed il valore del capitale fisico (impianti, infrastrutture etc.).
Un sistema che vince una battaglia epocale ma che pur offrendo grandi opportunità alla intraprendenza degli individui ed erodendo (in teoria) le barriere alla mobilità sociale, non è capace di ridurre le disegualianze ed anzi le concentra in un problema distributivo e di pauperismo.
Questa fase (tale la voglio considerare) si presenta ai nostri occhi con una cruciale contraddizione non risolta : "se, entro quali limiti e se sia possibile far esprimere la capacità di efficienza e di sviluppo della libera iniziativa e del mercato in un sistema economico fondato sul profitto,conciliando tutto ciò con una distribuzione del reddito meno diseguale".
Trasformazioni in atto nella Società e come la Politica,con le sue azioni,le influenza.
Politica e Valori

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