Politica e Valori



La repubblica,nell'antichità, aveva due grandi collanti: la religiosità, fonte di tutte le certezze, attraverso soprattutto quegli augures che erano i buoni auspici degli Dei nei confronti delle scelte della polis, e i valori – ciò a cui dovevano aspirare le persone dabbene (probri): rem (le sostanze), fides (il credito), honos (gli onori legati al ruolo specialmente politico), gratia (il favore, la “gloria”). Tutto questo assicurava "la dignitas": una tensione verso l’alto coinvolgente, attraverso i mezzi di comunicazione dell’epoca, per la formazione di un’unica comunità che tendeva verso l’alto grazie al ruolo dell’esempio virtuoso.( da: Il Politico.it)

sabato 20 ottobre 2012

QUALE DEMOCRAZIA TRA CAPITALISMO E SOCIALISMO


Mesi di silenzio,senza scrivere alcunchè,spettatore insignificante ed ininfluente di importanti trasformazioni e
provvedimenti che hanno dato corpo ai dubbi circa il rischio che l'azione di governo dei "tecnici di necessità" avrebbe agito anche sul piano dei valori ; infatti  essa si è rivelata, nei fatti, orfana di quel valore fondamentale in democrazia che si chiama "Equità".
Era facile prevedere o temere l'apertura di spazi normativi dentro i quali i valori preminenti sarebbero stati quelli coerenti con la visione ispiratrice di comportamenti economici  e dei  provvedimenti posti in essere.


L'analisi di Schumpeter pose l'accento sullo stretto legame e le interazioni tra Politica ed Economia per volgere lo sguardo sul versante del sistema sociale che ne è influenzato.
Quello fu un passo in avanti sul come si può concepire la "Democrazia" rivista nel suo aspetto competitivo e come essa sia analoga al mercato economico.

Non è mia intenzione portare il discorso sull'analogia tra mercato economico ed arena politica democratica i cui meccanismi di "offerta" e di "risposta" intesi come indirizzo di scelte in un campo di alternative possano portare ad una alternativa vincente,ma sugli effetti che da queste alternative vincenti  possono ricadere sul tessuto sociale e sulla essenza stessa di democrazia, posto che le scelte dovrebbero anzitutto corrispondere alle aspettative di un massimo possibile in beni collettivi gestiti dalla mano pubblica.


Questo "corrispettivo" però deve tener in conto che pur essendo la mano pubblica  elemento indispensabile di ogni struttura sociale e per questo essere finanziata, si deve anche porre delle domande cui devono seguire delle risposte su :
- la quantità di finanza;
- la quantità di spesa pubblica;
- la quantità di imposizione fiscale;
- la tipologia delle imposte;
- verso quali strati sociali essere più incisiva.

E' questo il dilemma del nostro tempo! tempo nel quale e prevedibilmente il ruolo delle ideologie potrà prendere vigore e riporre l'accento su alcuni aspetti  che riguardano la Democrazia.
Questo è il grande rischio.
Perchè ? Perchè questo è un tempo nel quale si assiste ad una fase del "liberalismo" ormai degenerato in un "neo liberismo" prettamente capitalista, artefice della finanza creativa, generatrice della più grande crisi del
dopo-guerra,  esaltante un "mercato" nel quale prevale il più forte e senza alcuno scrupolo e che considera l'uomo nella sua individualità e dignità elemento secondario e di disturbo.
L'uomo che, proprio nell'ideale "liberale",era destinato all'autorealizzazione (essa stessa connessa alla economia di mercato) attraverso l'affermarsi della meritocrazia.


Lo stesso Croce dibattè sul rispetto delle libertà economiche differenziate però dalle libertà civili cui attribuì rango nettamente superiore e nel rispetto delle altrui libertà che non devono essere sopraffatte in nome del mercato.

Questo significa, in definitva :
- Come realizzare una riduzione delle diseguaglianze economiche e senza contraccolpi  in chiave di libertà      economiche;
- con quali mezzi raggiungere questo obiettivo verificando la compatibilità con la libertà economica e politica;
- come gestire i problemi, inevitabili, in materia di investimenti, occupazione e quindi di crescita economica.

Dilemmi, questi, che attraversano in maniera ormai lacerante il tessuto sociale e sono il tema delle contrapposizioni tra chi governa, le opposizioni e le piazze nelle democrazie occidentali.

La visione Socialdemocratica contro la visione Neoliberista.

I pro ed i contro una visione europeista ed una cessione di porzioni di  sovranità nazionale da sacrificare ad un progetto gestito non più dalla politica  ma dalla finanza e totalmente condizionato dai mercati  quindi palesemente svuotato di quei valori ideali che avevano costituito le sue fondamenta.

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