Politica e Valori



La repubblica,nell'antichità, aveva due grandi collanti: la religiosità, fonte di tutte le certezze, attraverso soprattutto quegli augures che erano i buoni auspici degli Dei nei confronti delle scelte della polis, e i valori – ciò a cui dovevano aspirare le persone dabbene (probri): rem (le sostanze), fides (il credito), honos (gli onori legati al ruolo specialmente politico), gratia (il favore, la “gloria”). Tutto questo assicurava "la dignitas": una tensione verso l’alto coinvolgente, attraverso i mezzi di comunicazione dell’epoca, per la formazione di un’unica comunità che tendeva verso l’alto grazie al ruolo dell’esempio virtuoso.( da: Il Politico.it)

giovedì 25 ottobre 2012

L'ETICA PUBBLICA E LE SUE REGOLE

 Gli antichi Greci parlavano di èthos (latino èthica) per indicare quella che oggi viene considerata la parte della filosofia che studia i problemi e i valori connessi all'agire umano, distinguendo tra il bene ed il male e, quindi, tra i comportamenti ritenuti moralmente corretti e quelli considerati invece sbagliati.

E' un concetto basilare riferito ad un tema così antico in quanto strettamente legato ai comportamenti dell'uomo. Ma se ci si dovesse imbarcare sull'astronave che porta sul pianeta della filosofia, si rischierebbe di entrare in un mondo di teorie particolarmente complesse, di dover percorrere un lungo e difficile cammino, fino ai Dialoghi di Platone e, tramite questi, al pensiero di Socrate, considerato il padre fondatore dell'etica.

Parlare di "maieutica socratica", o delle riflessioni di Platone (per fare il bene è necessario conoscerlo ricorrendo al dialogos, indispensabile per avere chiara l'idea suprema di Bene), o anche dell'Etica Nicomachea di Aristotele (che distingueva le virtù intellettuali, proprie dei filosofi, da quelle morali, dei cittadini), renderebbe l'analisi ardua e non facilmente comprensibile.

Lasciando il pianeta della filosofia ed impegnando il pensiero su una valutazione degli accadimenti attuali
la prima domanda che si è costretti a porsi è la seguente : Quale ruolo  giocano i valori sul piano istituzionale e normativo e quanto è presente nelle istituzioni quel particolare valore che si chiama Etica; nel caso specifico l'Etica Pubblica.
La risposta è, a dir poco, deludente!

Non è questione di morale personale quella di provare una forte indignazione di fronte al desolante panorama nazionale cui assiste in maniera sempre meno tollerante l'opinione pubblica.
La cesura causata da " Mani Pulite" quando la Magistratura fu costretta ad un ruolo di supplenza tutoria per riportare la vita pubblica entro dei binari più consoni al ruolo, aveva fatto ritenere che il punto più basso  in cui essa era precipitata fosse stato arginato e si fosse ripristinato un percorso diverso, coinvolgente tutti gli ambiti pubblici assieme al contesto generale.


Si era ritenuto anche  conseguenzialmente possibile  un ripristino dell'esercizio delle responsabilità che recuperasse le finalità ad esse connesse.  Tra queste la garanzia del bene supremo, quale maggiore  inquilino nella casa della "politica",in quanto legislatrice, con il  suo profilo direttivo ed architettonico al livello più alto, cui sono subordinate le regole, l'economia. ;  in definitiva posta al governo del fare ciò che è giusto fare e non fare ciò che giusto non è. Tutto questo per il benessere dell'individuo sia come singolarità che come popolo ed ancor più come nazione(riprendendo il concetto Aristotelico  di politica).

Così non è stato.

...E la legge morale dentro di me. Queste le due cose che, secondo il filosofo tedesco Emmanuel Kant, erano veramente degne di ammirazione. Un tema alquanto complesso, quello dell'etica, che nemmeno il pensatore di Königsberg, con il suo imperativo categorico - "Agisci in modo che la massima della tua azione possa valere come legge universale" - è riuscito a sviscerare fino in fondo.


Ci sono situazioni che coinvolgono l'etica pubblica che possono essere "alte" e complesse  ma che fatalmente nascono dall'interiorità dell'uomo e pertanto influenzate o determinate dallo spessore di quella interiorità che
è capace di dettare le sue regole che giustifichino il nuovo "giusto" ed i comportamenti conseguenziali.

Ciò che si manifesta ormai da lungo tempo nella vita pubblica e privata  deve essere attribuito all'antropologia di un intero paese ?
Occorreva il governo dei "tecnici" ed il lavoro della Magistratura per prendere coscienza di quanto avveniva in maniera così eclatante e diffusa?

La reprimenda della Ministra Severino riferita al " lucrare sul denaro pubblico, mentre ai cittadini vengono chiesti sacrifici di una gravità inaudita" mette in evidenza, se ce ne fosse bisogno, la necessità di un cambiamento radicale in coloro che scelgono di fare politica e ritornare a considerare che quella è una scelta di servizio e non una scelta di potere e di arricchimento personale.
Non passa giorno che i media informino di un nuovo caso riguardante il cattivo uso di posizioni di responsabilità pubblica , di appropriazioni indebite , di concussioni e quant'altro.
Perchè da decenni non è possibile uscire dalle emergenze che coinvolgono la morale e l'etica pubblica ?


I partiti ,convitati di pietra ,sono scandalizzati  e gridano al tradimento ! ma come possono chiamarsi fuori quando i "reprobi" ne sono parte integrante e sono supportati da regole che facilitano i loro comportamenti.
In vista delle elezioni  sono impegnati nel solito teatrino propagandistico delle buone intenzioni ed attenzione verso i nodi da sciogliere e fino ad oggi mai risolti.
Rifiutano di convenire che il nuovo non è tale se nasce dalla rielaborazione manipolata del vecchio e che non è più accettabile.









Nessun commento:

Posta un commento