Politica e Valori



La repubblica,nell'antichità, aveva due grandi collanti: la religiosità, fonte di tutte le certezze, attraverso soprattutto quegli augures che erano i buoni auspici degli Dei nei confronti delle scelte della polis, e i valori – ciò a cui dovevano aspirare le persone dabbene (probri): rem (le sostanze), fides (il credito), honos (gli onori legati al ruolo specialmente politico), gratia (il favore, la “gloria”). Tutto questo assicurava "la dignitas": una tensione verso l’alto coinvolgente, attraverso i mezzi di comunicazione dell’epoca, per la formazione di un’unica comunità che tendeva verso l’alto grazie al ruolo dell’esempio virtuoso.( da: Il Politico.it)

martedì 18 dicembre 2012

I GRANDI PROGETTI

Mi è capitato, ogni qualvolta se ne parla ed anche con enfasi, di chiedermi a cosa ci rimanda l'espressione "il sogno americano"oltre alla sua connotazione quale orizzonte  materiale e che, in definitiva, non ci appartiene essendo proprio di una realtà socio-politica differente e lontana dalla nostra.
Affascina  comunque questa espressione che sottintende aspetti da recepire anche nel significato  più alto.


L' indefinibile modello di una dimensione onirica ? Un mito, si potrebbe dire  ed un costante punto di riferimento presente nell'immaginario collettivo occidentale.
Generato da un idem sentire  in un rapporto duale tra individuo ed ambiente ricco di opportunità suì quali è stata costruita una grande democrazia ,sia pure con le sue grandi contraddizioni e le sue profonde diseguaglianze e con una vocazione imperiale,simboleggiata dalla  architettura tardo imperiale romana dei suoi palazzi istituzionali e dal suo rapportarsi e collocarsi in ambito internazionale.

Una democrazia però che appare sempre più disposta a considerare l'ineguaglianza come naturale conseguenza  delle capacità individuali  e come necessario ed unico motore della crescita economica ,
 anche se ciò significa  la produzione di sempre maggiori marginalità sociali  considerate come fisiologiche.


La nostra storia nazionale, con l'epopea risorgimentale ed unitaria, narra anch'essa di un sogno; di una opportunità ,tale per tanti che per tutto questo  hanno sacrificato le loro vite, donato il loro sangue quale concime di un seme; potenziale e formidabile collante di una complementarietà, ancorchè complessa , in un comune sentire di una nascente nazione.

Un parallelo certamente poco sostenibile per dimensioni ed individualità storica. La nostra italianità  con le radici millenarie della popolazione che la compone e che pare abbia percorso un cammino senza un sogno ed ancor oggi poco consapevole della propria identità.


Mi torna inevitabilmente alla mente la storica e controversa frase del Metternich : l'Italia è soltanto una espressione geografica. Che avesse ragione ?  Spero ardentemente di no!











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