Reinhart Kosselleck,uno studioso tedesco i cui interessi spaziarono dalla storia alla filosofia, dalla sociologia alla antropologia,riteneva che la vita degli esseri umani è intessuta di esperienze e di aspettative; che le prime,sedimentandosi,delineano la sua storia e che questa non rimane confinata in una particella temporale, anzi può ripetersi.Riteneva anche che tanto più scarso è il bagaglio di esperienze tanto maggiore è l'aspettativa.
Tutto ciò articola i suoi effetti su ciò che è il passato , ciò che è il presente e ciò che si può guardare come futuro.
L'esperienza , in definitiva, consente di saggiare la rispondenza o lo scarto tra ciò che costituiva le aspettative di ieri e le esperienze dell'oggi; e questo vale come parametro tra le aspettative dell'oggi con le esperienze future.
Questa analisi consente di avviare una prudente proiezione della contemporaneità verso il futuro con l'utilizzo cognitivo delle esperienze accumulate, per avere un chiaro sguardo su ciò che è stata una esperienza non conclusa, puntando su una previsione razionale piuttosto che su un auspicio o un vaticino.
Difficili sono i momenti che la società attuale sta sperimentando a causa dei molteplici aspetti sia politici che economici ; la natura debole del presente concretamente vissuto e caratterizzato da un nuovo "vuoto della penuria" si è riversato in un cumulo di sempre più pressanti istanze , inascoltate, di aspettative ri-protese verso un avvenire deserto di premesse fondanti e quindi terreno fertile per una loro rielaborazione con un volto utopico, e di una attesa quasi escatologica.
La potremmo definire la de-razionalizzazione di un immaginario frutto della dissipazione di un periodo vissuto più come soggetti spettatori che come protagonisti.
Fino a qualche tempo fa la molteplicità dei beni materiali ed immateriali, intrisi di durata, ha permesso una identificazione con un progetto piuttosto che con la propria natura ; una identificazione fornita di rassicurazioni, certezze che per quanto aleatorie , in grado però di prevedere una certa protezione contro eventuali insidie da parte del di la da venire.
L'immaginario, questo, degli individui e delle masse, in gran parte costituito da aspirazioni, desideri, speranze.
Un futuro immaginato nei recessi della mentalità come un presente più prospero o con le medesime opportunità.
Un futuro concepito come campo di aspirazioni realizzabili, di attitudini creative e vocazioni psicologiche soddisfabili.
Quei sogni della ragione che sono stati capaci di mettere in moto forze imponenti che hanno addirittura cambiato il corso della storia frutto di quello scarto tra cause ed effetti , tra premesse e conseguenze.
Questo ,invece, è un momento nel quale ciascuno è chiamato ad utilizzare le esperienze acquisite per saggiare quello scarto tra le aspettative di ieri e le esperienze di oggi e per aver chiaro ciò che si può guardare come futuro.
Questo è il momento delle scelte consapevoli.
"L'avvenire che canta delle utopie rimane ancora silenzioso, in attesa di un qualche sussulto di coscienze assopite che ne rimetta la realizzazione all'ordine del giorno, mentre le opere concrete degli uomini che vi hanno creduto sono custodite definitivamente nei ripostigli del passato".
Pessimismo ? Forse.
Per parafrasare Calvino : Così, a cavallo del nostro tempo, ci affacceremo al futuro senza sperare di trovarvi nulla di più di quello che saremo capaci di portarvi.
A buon intenditore.......................
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