Quanti di noi si domandano: verso quali orizzonti è rivolto il nostro cammino? come si trasformeranno i nostri futuri comportamenti? quali e quante contaminazioni subirà la nostra cultura? quale sarà il nostro universo di riferimento con le sue Istituzioni e regole sociali che sono il nutrimento del nostro modo vedere e del nostro agire?
Ne secolo scorso( sembra ieri) abbiamo sperimentato una rapida e violenta rottura dei nessi esistenti tra diversi aspetti del nostro vivere; forse uno dei più importanti è quello che attiene l'esperienza visiva e quindi cognitiva della realtà ,in relazione all'immaginario collettivo,modificati dall'avvento della radio, del cinema ed infine della televisione.
Da quelle svolte viene modificata la percezione consolidata di un mondo fisico omogeneo e compatto.Infine,con l'avvento della psicanalisi,entra definitivamente in crisi l'individualismo classico con la dissoluzione dell'IO ed il tramonto del finalismo antropocentrico.
Più recentemente abbiamo cominciato a conoscere e sperimentare il concetto di "beni immateriali" e la loro scambiabilità.
Lo stesso concetto di "masse"trova la sua prima dura rappresentazione nelle carneficine della prima guerra mondiale e nella successiva nascita dei totalitarismi quale tentativo di un superamento del "numero" con la sua irreggimentazione e, successivamente alla seconda guerra mondiale, con la soluzione del problema "masse" attraverso la combinazione di un meccanismo di Welfare State ed una tutela costituzionale dei diritti di cittadinanza.
Il tentativo,quest'ultimo, di realizzazione di una utopia egualitaria che evitasse il rischio del propagarsi di un collettivismo autoritario.
Un relativamente breve lasso di tempo che ci catapulta nella nostra contemporaneità
e che ci restituisce una consapevolezza: "i limiti dello sviluppo", sui quali si infrange il mito del progresso perenne e delle collegate aspettative crescenti.
Quei limiti dello sviluppo che l'economia e la finanza globalizzati hanno drammaticamente reso evidenti costringendo l'uomo a non potersi più identificare con un "progetto" e disarmato di quelle certezze e rassicurazioni che ,per quanto aleatorie,lo avevano fino ad ora protetto contro le sorprese e le insidie del "non ancora avvenuto".
Sarebbe presuntuoso volersi cimentare in un esercizio della prognosi ipotizzando una topografia della posterità e nessuno può scommettere sull'esito delle correnti in movimento che in atto agitano le acque della nostra società e non solo.
Credo non sbagliasse di molto però, l'economista americano Ravi Batra dell'Università di Dallas nella sua prognosi che anticipava di qualche decennio il verificarsi di una crisi devastante, con ricadute politiche e sociali forse ancora più gravi di quelle verificatesi negli anni trenta.
Ci siamo, quindi, e non riusciamo ad aver nessuna certezza sul suo termine e sulle sue conseguenze.
Trasformazioni in atto nella Società e come la Politica,con le sue azioni,le influenza.
Politica e Valori

Nessun commento:
Posta un commento