Politica e Valori



La repubblica,nell'antichità, aveva due grandi collanti: la religiosità, fonte di tutte le certezze, attraverso soprattutto quegli augures che erano i buoni auspici degli Dei nei confronti delle scelte della polis, e i valori – ciò a cui dovevano aspirare le persone dabbene (probri): rem (le sostanze), fides (il credito), honos (gli onori legati al ruolo specialmente politico), gratia (il favore, la “gloria”). Tutto questo assicurava "la dignitas": una tensione verso l’alto coinvolgente, attraverso i mezzi di comunicazione dell’epoca, per la formazione di un’unica comunità che tendeva verso l’alto grazie al ruolo dell’esempio virtuoso.( da: Il Politico.it)

giovedì 26 dicembre 2013

L'ABISSO DELLA POLITICA



E forse il fondo non è ancora stato toccato!Si è rivelata appieno la incapacità di declinazione dei doveri di cui sono titolari  coloro che, con il pensiero e con l'agire, dovrebbero invece essere artefici di una azione politica responsabile  ed avente come fine primario l'interesse generale del Paese.

E’ un problema che richiama l’antropologia democratica e riguarda la posizione  dell’individuo nella politica oltre che una questione di “visioni”, di questa e degli interessi in gioco.
Circa questi ultimi mi torna alla mente quella che fu una classificazione  data da  E.-J.Sieyès :
Quello in forza del quale  i cittadini si riuniscono, dando  con questo l’esatta sua estensione  quale interesse comune; quello in forza del quale  un cittadino si associa soltanto con alcuni aventi lo stesso interesse , quindi quale interesse di parte, ed infine quello personale,isolato ed egoistico; quest’ultimo riguarda ciascun cittadino  ed avendo il carattere della diversità risulta neutro .
Il caso nel quale un cittadino associa il suo interesse  soltanto con alcuni dei consociati , favorendo una concertazione ed  il legarsi  tra loro , ispirando progetti che poco hanno a che vedere con l’interesse pubblico, è quello evidentemente il più pericoloso per la democrazia. La storia recente da conto di questa verità.



Le dinamiche politiche e funzionali dei sistemi partitici illuminano ( sembra non molti ) sulla dicotomia che si sta sviluppando nel sistema partitico complessivo a causa di un particolare metodo di ingegneria elettorale  in determinate aree politiche ( la chiamerei  della frazionalizzazione) che ha determinato nella medesima arena la nascita di un “elective party system” , ai fini elettorali , cui corrisponderebbe un “parliametary party”  nei quali il primo si misura in voti popolari ed il secondo in seggi aggregati di area : in conclusione un sistema competitivo drogato e finalizzato alla conquista del potere.

Ho trascorso parecchi mesi , come affacciato ad una finestra , assistendo  insofferente alle dinamiche  politiche che si sono sviluppate  a seguito del risultato elettorale ultimo ; risultato dal quale han preso corpo le  suggestioni  della democrazia diretta ed ha visto il loro irrompere prepotentemente  nello schema della democrazia rappresentativa ,rivendicando a movimenti e gruppi con pretesa di gestione anti sistema , la sovranità nei confronti degli organi esecutivo e legislativo.






Questo perché gli attuali momenti di tensione economica e sociale hanno messo a nudo la incapacità della democrazia rappresentativa di suscitare ed assicurare  una spinta emotiva psico-affettiva  della partecipazione politica  che comprende il bisogno  di gratificazioni,di  solidarietà  e di ascolto e quel che più conta, di risposte concrete ed immediate.
Ma quale risposta può arrivare da una classe politica la cui vocazione appare evidente essere quella della manipolazione e della ricerca del proprio profitto anzi che quella del praticare lo spirito di servizio nei confronti della comunità cui appartengono. Ne sono riprova gli scandali sempre più frequentemente coinvolgenti l'"omo politicus."

Quello attuale è il momento di una grande transizione critica dove entrano in gioco, oltre agli interessi, anche i miti ritenuti appaganti e risolutivi perché tendono a dare un senso alla esistenza allo interno di uno scenario  nel quale i punti di riferimento  che agevolano e orientano la quotidianità delle persone  sono destabilizzati se non addirittura delegittimati.

I primi di marzo pubblicai dei post ove si confidava che il “vento del cambiamento”potesse  avviare quella catarsi nella coscienza politica con un suo ritorno alla realtà ed una contestuale palingenesi  in grado di restituire ai partiti in quanto tali una purezza riformatrice.



Sembra invece che quel vento abbia messo nella zolla del terreno della politica il “seme dell’anarchia”.

La comparsa di nuovi  meneur de foules che abilmente utilizzano l'energia libera e potenzialmente eversiva della massa; agitando  scontenti  e disperati  senza prospettiva di futuro, condisce il panorama mediatico mentre  nel "Palazzo" la fantasia di pseudo saggi legislatori partorisce pseudo soluzioni ed acronimi per mascherare ciò che dovrebbe essere modificato ma che nella sostanza è rimasto tal quale.

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